Fiori mai nati (2019)

É la storia della famiglia Calamone, “gente miserabile, arrogante, cattiva”, come recita l’esergo del romanzo.
Il Barone e la Baronessa – titoli a metà tra il legittimo e l’inciurioso – hanno messo alla luce una prole numerosa,

e maledetta già prima della nascita. Totò, Ciccio, Piero, Peppino, Vito, Maria e Angela crescono a fatica, arrancando, in una Palermo buissima e sfinita dalle bombe americane.
I Calamone sono feroci prima di tutto con se stessi, per loro vivere significa prendersi tutto quello che pensano di meritare a scapito di chiunque, senza mai chiedersi cosa sia giusto o sbagliato. Vittime e carnefici consapevoli, sono i protagonisti di un romanzo corale, volutamente crudo, dove ogni evento della vita diventa qualcosa da conquistare, per cui battersi con la forza, fuori da ogni idea di giusto o sbagliato.

La storia comincia con una partita a carte, dove la vittoria o la perdita sono facce della stessa medaglia, e dove ciò che conta sono il gioco e il meccanismo che lo regola.

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